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Questo libro ha una genesi.

Per suggerirne l'acquisto senza scimmiottare uno spot pubblicitario o - peggio -  l'insistente quanto fastidioso assillo di un piazzista, ho pensato di raccontarla parlando del mio cane, del mio libro e di quelli che sono stati il mio punto di riferimento durante la scrittura.

COME è NATO

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11/01/2021

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“Io ho sempre parlato” era fresco di stampa quando Dogsportal chiedeva quale fosse il migliore libro di sempre sul cane. Domanda servita su un piatto d’argento, ho risposto immediatamente: «Il mio!».

Considerato il via libera (grazie) ricevuto da Dogsportal, e preso spunto dal post sui libri preferiti dai cinofili, vi racconto come sono giunta a scrivere il mio.

Anche se lo scopo ultimo è quello di proporlo e invogliarvi ad acquistarlo considerata la finalità benefica cui ho destinato tutto il ricavato, non desidero però sembrarvi un piazzista.

Inizio quindi con illustrarvi i libri che mi sono serviti di riferimento.

Dopo Konrad Lorenz, E l’uomo incontrò il cane, universalmente noto e quasi scontato, è stato per me determinante nella decisione di scrivere il mio il bellissimo libro di Alberto Asor Rosa, Storie di animali e altri viventi, Einaudi. Gli animali di cui si racconta, un gatto maschio Micio Nero e un cane femmina Contessa, vivono con una coppia di umani: lui è Pa per il gatto, lei è Ma per il cane, però per il gatto lei è Mo, e per il cane lui è Po, un funambolico e divertente gioco delle parti per raccontare la convivenza tra individui che comunicano sulla stessa frequenza, che stabiliscono relazioni familiari di cui i quadrupedi sono attivamente e responsabilmente partecipi. Il lampo di luce nera alla fine porta via quanto si ha di caro e insostituibile, ma volendo c'è un modo per essere sempre insieme. (Continua)

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12/01/2021

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2. Chi non ha letto Jack London? L'ho letto da ragazzina, però, prima di scrivere del mio Pedro, l’ho riletto; sia Zanna Bianca, sia Il richiamo della foresta. E Buck era lì, pronto all’impresa, per amore: «Thornton si accucciò accanto a Buck. Gli prese il muso fra le mani e poggiò la guancia alla sua. Non lo scrollò scherzosamente come al solito, né gli sussurrò dolci parolacce; invece, gli mormorò all'orecchio. 'Per il bene che mi vuoi, Buck. Per il bene che mi vuoi'». Spesso i cani superano sé stessi per il bene che vogliono ai loro umani, e Buck spostò 20 sacchi da 25 chili l'uno, solo per il bene che voleva a John Thornton: «Thornton crollò in ginocchio accanto a Buck […] Chi si avvicinò in quel momento lo sentì insultarlo a lungo e con passione, e dolcemente e con amore […] “Le do mille dille dollari, signore, mille…Mille e due, signore”. Thornton si alzò in piedi. Aveva gli occhi lucidi. Le lacrime gli colavano sulle guance senza remora. “Nossignore – disse all’arricchito degli Skookum. Per me può andare a quel paese, signore. Non so come altro dirglielo, signore”. Buck addentò la mano di John Thornton. Lui lo scrollò avanti e indietro. Quasi spinti da uno stesso istinto, gli altri si ritirarono a distanza di rispetto; nessuno fu più così indiscreto da interrompere quei due». J. London, Il richiamo della foresta, BUR, 2019, p. 121-122. Per il bene che ci vogliono. (Continua).

3

13/01/2021

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3. Nella vita con il proprio cane arriva il momento delle cure mediche; non parlo di quelle di routine, mi riferisco a cure importanti per patologie gravi, a volte curabili, altre no. Si spera sempre, fino a quando ci si deve arrendere e bisogna elaborare la perdita. Purtroppo, so di cosa parlo: con Pedro ci sono passata. Blasco e Marina sono legati dal luogo d’origine, dal destino, dalla storia: non è un caso se sono insieme. È solo un cane (dicono), che l’autrice Marina Morpugo definisce un “librino” ma che lo è solo per la misura, al quale si è  aggiunto un altro volume (La storia continua, che non ho ancora letto), affronta il tema non semplice della malattia dai due punti di vista umano e canino. In situazioni simili ci si chiede (io almeno l’ho fatto, l’ho dovuto fare) quali sono la strada e la scelta migliori per il nostro cane; ci si domanda lui cosa pensa, cosa prova, quale sarebbe la sua decisione se potesse prenderla. Io ho cercato di capire Pedro guardandolo negli occhi, provando ad “ascoltarlo” anche attraverso il contatto: spero di aver capito bene. Blasco ce lo dice con una sottile ironia che ribalta l’idea dell’amico fedele in adorante contemplazione. Il filo dell’ironia aiuta ad affrontare momenti che non vorresti mai attraversare. Anche questo può fare per te il tuo cane. (Continua)

4

14/01/2021

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4. È di qualche giorno fa il filmato, in vari modi esecrato e a mio parere comunque esecrabile, dei lupi rincorsi da un bipede motorizzato. L’ultima mia lettura sul lupo, in particolare sui lupi reintrodotti nel parco di Yellowstone, tanto coinvolgente da sentire il branco intorno, è stato un volume corposo di Carl Safina, Al di là delle parole, Adelphi. Prima di raccontare dei lupi, parla degli elefanti di una riserva in Kenya e dopo i lupi delle orche del Pacifico nordoccidentale, tutto con una magia da cinemascope. Sembra di essere lì: la savana e gli elefanti sono intorno a te, puoi seguire i lupi sui loro territori di caccia, nuoti con le orche. Non riesco a riassumerlo meglio. Non avevo bisogno di conferme sul fatto che gli animali posseggano un’anima e un’intelligenza, che l’uomo non debba essere la misura di tutte le cose, che sia un errore madornale oltre che grossolano insistere a pensare che non sono come noi, con tutte le derive terribili dell'utilizzo troppo spesso cruento e insensato, ma arrivata alla fine di 611 pagine di testo più altre di note, il convincimento si è radicato con l’avallo del parere di uno studioso di rango. (Continua).

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15/01/2021

I cani di strada non ballano 001 (2).jpg

5. In quanto nuovo membro, non so – e non ho finora controllato – se si sono affrontati sul blog Buonsenso cinofilo temi relativi al randagismo (forse sì, legato alla sterilizzazione) o ai traffici malavitosi e aberranti che usano i cani, e non solo, per i soldi che prima o poi rimarranno sul ciglio di una tomba. C’è un romanzo, a mio parere straordinario, che dà voce ai cani diventati randagi per motivi diversi e che percorrono strade diverse: è di Arturo Perez Reverte, I cani di strada non ballano. Il protagonista è Nero, un cane adulto, temprato e segnato dalle circostanze del proprio vissuto, un meticcio solitario ma capace di rischiare la vita per un amico. Per lui, per cercarlo, per salvarlo, ritorna, con tutta la consapevolezza e la strategia necessarie, ad affrontare il mondo umano, quello marcio, disgustoso e vigliacco delle scommesse clandestine sui combattimenti tra cani. Strazianti e indimenticabili le pagine dedicate all'attesa del confronto tra lottatori, alcuni esperti, altri in grado di cavarsela, altri invece vittime sacrificali, inermi e predestinate. Si legge d'un fiato, ci si commuove fino alle lacrime. E viene voglia di partire lancia in resta contro certi criminali. (Continua).

6

16/01/2021

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6. X.: «Ho letto il tuo libro»; A.: «Che ne pensi?»; X.: «Bello, mi ha fatto venir voglia di rileggere Cane e padrone». Tra i commenti che ho ricevuto dai lettori (amici, conoscenti e sconosciuti) questo è tra i più graditi. Il famoso racconto di Thomas Mann, regalo di papà quando ero adolescente, si trova in una ormai antica edizione Fratelli Fabbri nella mia libreria, letto riletto e consunto. Credo che la minuziosa e meticolosa descrizione di Bauschan possa piacere a ogni educatore cinofilo. Credo anzi che sia un manuale “storico” di comportamento e di interazione tra cane e umano, con il valore aggiunto (penso alla discussione di qualche giorno fa) dell’essere stato Bauschan un bracco tedesco a pelo corto, cane da punta, prode “di maschia virtù” e di “rustico sangue di cacciatore”. Non intendo aprire l’argomento caccia e mi concentro sul libro che io, da lettore e scrittore “in erba” nonostante l’età, ho gustato in altri termini: ho cercato cioè di capire e carpire come raccontare di sé e del cane con cui si vive, per individuare cosa di Bauschan mi poteva ricordare Pedro. Se ci sono atteggiamenti canini catalogabili, ci sono anche tali e tante sfumature e singolarità da poter parlare di indole unica che si somma all’istinto, si modella con l’educazione, si plasma con la convivenza, si manifesta in ogni sguardo e gesto. (Continua). [Dato che la copertina del libro è logora, la sostituisco con una foto del mio Pedro].

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17/01/2021

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7. La biografia di Liù, labrador nero, scritta dal suo bipede Edmondo Berselli, ma anche biografia dell’idea di cane, non è solo un libro, è un tappeto volante che porta il lettore a sorvolare la conoscenza, il sapere, la cultura. Ad imprimere la direzione è l’autore, ma in mano ha il guinzaglio che lo lega a Liù e alla fine è lei che porta e trasporta. L’autore, scettico più per finta che per convinzione, capitola quando prende coscienza che il cane possiede «lo stigma dell’individualità», quando comprende che «il segreto del rapporto fra gli umani e i non umani consiste nel trovare corrispondenze percettive aperte», quando trova conforto nella pancia morbida e calda di Liù. Tra i tanti i virgolettati da trascrivere, scelgo questo: «Mi auguro davvero che avesse ragione l’amletico papa Montini, quando diceva che alla destra del Padre, nel giorno del giudizio, rivedremo nella gloria di Dio i “nostri” animali. Ci sarebbe soltanto da intendersi su quel possessivo “nostri”, parola ermeneuticamente fortissima e ambigua. […] Nostri perché ci sarebbe forse un principio di convivenza implicito nella creazione, di cui siamo tutti partecipi, ognuno con differenti scintille di divinità, con anime dotate di sfumature diverse, ma forse intrise di una sostanza non dissimile?» (p.81). (Continua)

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18/01/2021

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8. L’ultimo scodinzolio. La morte degli animali è un saggio breve ma intenso di Raffaele Mantegazza. Con il supporto di discipline e arti diverse, indaga e illustra i molteplici aspetti (scientifico, culturale, pedagogico) dello stare davanti alla morte dell’animale: «la cosa più coraggiosa e intima che può fare un uomo». Partendo da uno dei primi episodi dell’Olocausto (la requisizione degli animali da compagnia degli ebrei per aggredire un rapporto portatore di valori) indaga i rapporti tra guerra e animali: vittime, strumenti di guerra (cani kamikaze) e di nuovo vittime del dopoguerra, perché lasciate a loro stesse. Riflette su caccia macellazione e sperimentazione: tutti modi per dare la morte all’animale, lungo la pericolosa china della desensibilizzazione nei confronti della sofferenza dell'animale, che è sempre innocente. Racconta con l’aiuto di professionisti, soprattutto veterinari, momenti terribili che si vivono per la sproporzione tra la nostra vita e la loro, i modi dell’elaborazione del lutto, come affrontare il momento in presenza di bambini, la risonanza della perdita nelle biografie famigliari: temi che intersecano le modalità di educazione (dei bambini) e di formazione (dei professionisti che con gli animali lavorano), anche dell’umano che “porta via” in un sacco di plastica nero il tuo “chi”. (Continua).

9

19/01/2021

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9. Quando ho letto il saggio di cui ho parlato ieri, Pedro era morto da qualche mese; poteva essere pochi minuti prima, dato il dolore insuperabile. Letto d’un fiato, parlava di noi. Era morto un individuo irripetibile, che aveva avuto uno spazio nella mia vita diventando parte di me, con cui avevo dialogato. Ci eravamo ascoltati nel rispetto reciproco delle nostre alterità, avevo riconosciuto la sua individualità precisa, un po’ aristocratica, la sua indole buona ma consapevole della propria dignità e determinata a non subire la sopraffazione. Era curioso, coraggioso, quasi temerario, ma anche tenero e delicato quando rincorreva le farfalle. Vivere con lui è stato meraviglioso, nel senso del termine: suscitava la meraviglia in ogni istante. Proprio il ricordo della sua vita felice, serena, sempre con me, nel nostro piccolo nucleo famigliare, avrebbe dovuto consolarmi. E invece no. Le immagini e i ricordi più vividi restavano quelli degli ultimi due anni di disabilità, vissuti da lui con una forza d’animo che ha stupito anche i suoi medici. Si è ammalato e ce ne siamo presi cura, nel progressivo peggiorare: per noi era ovvio, ma non è sempre così, purtroppo e ancora oggi, e questo atteggiamento ha una spiegazione nella storia del pensiero umano, che il saggio racconta. Poi il momento peggiore: la decisione dell’eutanasia, che secondo me di “eu” cioè di buono ha proprio niente. Non ci sono formule né considerazioni per quanto sensate: per me è stato terrificante. È importante, inoltre, come e chi è vicino: non deve capitare che mentre lo stai salutando il medico (che non era uno dei suoi, purtroppo) con in mano la tabella dei prezzi delle cremazioni e relative urne, ti chieda quale scegli. Mio marito deve avergli risposto qualcosa, non mi ricordo bene in che termini... (Continua).

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20/01/2021

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10. Presa coscienza di quanto già “sapevo” perché mi era innato, ho deciso: scrivo! Nel modo che ho cercato di raccontare, attraverso le letture e altri vissuti più privati, è nato il libro che racconta la storia di Pedro, ma nella vicenda che costituisce la trama del racconto non c’è solo lui, perché dopo di lui – che resta unico e insostituibile – è arrivato Giatt, “un altro chi”, cucciolo di canile o di strada portato in canile, non sono riuscita ad appurare, fobico e all’apparenza ingestibile. Noi, suoi bipedi, abbiamo avuto bisogno dell’intervento di un educatore. E, lento pede/zampa, ci siamo riusciti, ma qualcun altro ci ha aiutato… Non posso dire di più altrimenti svelo troppo del romanzo e tolgo piacevolezza alla lettura (mi auguro lo sarà). Non posso inserire rimandi perché violerei le regole del gruppo, ma immagino sia semplice trovarlo 😉. Ricordo solo la finalità benefica della pubblicazione (tutto il ricavato delle vendite è devoluto a un canile, anche questo facile da reperire) e concludo: la prefazione del mio libro è del prof. Raffaele Mantegazza – contattato tramite un amico comune di cui eravamo entrambi ignari – che, dopo averlo letto, me l’ha regalata. Il primo acquirente è stato un educatore cinofilo a sua volta scrittore, però non mi ha ancora detto cosa ne pensa: mi impegno a riferirlo appena lo farà. Grazie a chi ci ha seguito sin qui. [in foto Pedro all'ombra dei cespugli in riva al mare a Corallina, in Sardegna, di fronte a Tavolara. L’ho scattata io e l’ho scelta per la copertina]

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